lunedì 6 novembre 2017

Alburno del lago di Prespa di Stefano ittiologo Porcellotti



L’alburno del lago di Prespa, Alburnoides prespensis (Karaman, 1924).
Nomi comuni esteri - Inglese - Prespa spirlin.
Note sulla sistematica - La sistematica della specie è tuttora controversa. Le popolazioni del lago di Prespa sono considerate sottospecie dalla letteratura classica. Tuttavia, dal punto di vista zoogeografico, è possibile che prespensis sia una specie valida, come sembrano confermare nuovi studi sulla genetica e sulla biochimica di questa popolazione.
Caratteri meristici - Squame in serie laterale laterale: 40 - 43 + 2 - 3. Pinna anale: II - III, 10 - 111/2.
Descrizione - Corpo a sezione trasversale ovale compressa lateralmente, nettamente più alto nella parte anteriore al peduncolo caudale. Negli esemplari maturi talvolta è presente una gibbosità tra la nuca e l'area predorsale. Distanza infraorbitale pari a 1.2 - 1.4 volte il diametro oculare. Lunghezza del muso pari al diametro oculare. Bocca in posizione terminale, leggermente inclinata verso l'alto. Denti faringei biseriati. Peduncolo caudale lungo circa 1.8 - 2.2 volte la sua altezza. Linea laterale fortemente incurvata verso il basso, bordata da una doppia linea di pigmento scuro. Il colore di base della livrea è argenteo, con dorso bruno olivastro o bruno scuro. Durante il periodo riproduttivo la base delle pinne pari acquista una tinta arancione intenso.
Dimorfismo sessuale - Non evidente. Le femmine sono sempre più grandi e pesanti dei maschi di pari età. Nel periodo riproduttivo compaiono tubercoli nuziali sulla testa e sui raggi delle pinne pettorali, più sviluppati nel maschio.
Habitat e abitudini - La specie è diffusa esclusivamente nei Laghi di Prespa e nei loro immissari, bacini di origine tettonica formatesi cinque milioni di anni fa. I due laghi coprono una superficie di circa 250 km² e hanno una profondità massima di 54 m.
La natura carsica della zona determina la presenza di numerose sorgenti sotterrane sul fondale del lago, importanti per l'apporto di acqua pura. A. prespensis si incontra principalmente nelle acque dei laghi, ma frequenta anche i loro immissari. Nel bacino si trattiene lungo le sponde o su secche poco profonde. Gli habitat preferiti variano in funzione della stagione, della disponibilità di cibo e dello stadio di sviluppo. Un ambiente ben strutturato, con substrato ricco di rifugi (legno morto, radici, blocchi di pietra, ecc.), la variabilità delle correnti e della profondità sono determinanti per tutti gli stadi dello sviluppo. Le larve e gli avannotti stazionano in acque basse, nascondendosi tra la vegetazione costiera, mentre gli esemplari maturi generalmente si spostano in acque di media profondità. Specie gregaria forma branchi più o meno numerosi, costituiti da esemplari di taglia e classe d’età eterogenee. Durante i periodi più rigidi dell'inverno, i branchi raggiungono insenature calme e profonde dove si trattengono restando in stato latente o svolgendo scarsa attività.

Alimentazione - La dieta è costituita prevalentemente da larve d’insetti acquatici (ditteri, effimere, plecotteri e tricotteri) e piccoli crostacei. In misura minore vengono ingeriti anche alghe e detriti. D’estate gli apporti esogeni (organismi che cadono in acqua), costituiscono una parte importante dell’alimentazione degli adulti.
Riproduzione - Il periodo riproduttivo va da maggio a giugno. La specie presenta frega policiclica, con maturazione delle gonadi in più riprese durante la stagione. Dopo il primo episodio riproduttivo, che si verifica a temperature dell'acqua comprese tra 14 a 24 °C, la deposizione può ripetersi tre o quattro volte, ad intervalli di circa 15 giorni. Specie litofila, depone le uova nella zona interstiziale di substrati ghiaiosi o direttamente su elementi del fondale, come pietre, foglie morte o frammenti lignei. I riproduttori ricercano acque pulite, correnti e ben ossigenate. Spesso la frega si svolge in corrispondenza o lungo il corso degli immissari, ma è probabile che vengano utilizzate anche aree in prossimità delle risorgive carsiche presenti nel lago. Gli esemplari in frega si trattengono per diversi giorni sui luoghi di deposizione, durante questo periodo si osservano spesso interazioni aggressive tra maschi. Durante la copula, i riproduttori si strusciano sul substrato vibrando fortemente mentre emettono uova e sperma. Le uova, rotonde e di colore bianco giallastro, hanno un diametro di circa 2 mm. La superficie delle uova presenta filamenti adesivi dotati di estremità clavata distribuiti in modo regolare. Dopo la fecondazione le uova aderiscono al substrato fino alla schiusa. Lo sviluppo embrionale richiede un’incubazione di 110 - 120 gradi/giorno.

Accrescimento e resilienza - Tempo minimo di raddoppiamento della popolazione, medio: 1.4 - 4.4 anni. In entrambi i sessi la maturità viene raggiunta al secondo anno di età. Alla schiusa le larve sono fotofobe, trascorrono il periodo di riassorbimento del sacco vitellino tra le anfrattuosità del substrato. Dopo circa una settimana la larva si sposta verso la superficie, riempie la vescica natatoria e completa lo sviluppo con la differenziazione delle pinne e degli altri organi. La crescita è leggermente più rapida tra la fine del primo anno ed il raggiungimento della maturità sessuale. Differenti fattori ambientali, temperatura, disponibilità di cibo, concorrenza alimentare ecc., possono determinare differenze di crescita significative. Specie di piccola taglia, raggiunge raramente i 10 cm SL.
Predatori, parassiti e malattie - La specie è soggetta a malattie di origine virale e batterica. Questi pesci sono parassitati da varie specie di funghi, da vermi trematodi e cestodi ed elminti. Molti esemplari risultato ospiti di monogenei dei genere Gyrodactylus, Dactylogyrus e Diplozoon. A. prespensis viene predato da numerose specie di pesci, tra cui predominano quelle alloctone introdotte, uccelli ittiofagi (trampolieri, cormorani e pellicani) e serpenti d'acqua.
Status della specie - La specie sta entrando in declino a causa dell'introduzione di numerose specie ittiche alloctone.
La presenza di pesci alloctoni colpisce A. prespensis per predazione diretta (Salmonidi, Percidi) e per competizione alimentare (altri Ciprinidi). La specie è messa in pericolo dall'urbanizzazione, dall'eccessivo prelievo idrico) e da alterazioni della qualità dell'acqua causate da inquinamento, urbano, industriale ed agricolo.

Protezione - Nessuna. Nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources) la specie è classificata come vulnerabile (VU D2, vulnerable).
Valore economico - Praticamente inesistente. Localmente viene catturato dai pescatori professionali mentre insidiano con le reti altre specie più pregiate ed è commercializzato assieme ad altri piccoli pesci. Le carni sono discrete anche se ricche di lische, è consumato fritto o conservato. Talvolta la specie viene usata come esca per pesci predatori.
Pesca - La pesca commerciale è irrilevante. La pesca sportiva di solito ha carattere amatoriale e viene praticata utilizzando le tecniche adatte per l'alborella comune.

Alburno di Ocrida, Alburnoides ohridanus




alburno di Ocrida, Alburnoides ohridanus (Karaman, 1928).
Nomi comuni esteri - Inglese - Ohrid spirlin.
Note sulla sistematica - La sistematica della specie è tuttora controversa. Le popolazioni dell'Albania (ohridanus, fiume Drin e laghi di Ocrida e di Scutari) sono considerate sottospecie dalla letteratura classica. Tuttavia, dal punto di vista zoogeografico, è possibile che ohridanus sia una specie valida, come sembrano confermare nuovi studi genetici.
Distribuzione di Alburnoides ohridanus secondo IUCN - L’area di diffusione dell’alburno è limitata alle acque del bacino del Lago di Ocrida, al confine tra Albania e Macedonia. 

Caratteri meristici - Squame in serie laterale laterale: 42 - 44 + 2 - 3. Pinna anale: II - III, 111/2.
Descrizione - Corpo a sezione trasversale ovale compressa lateralmente, nettamente più alto nella parte anteriore al peduncolo caudale. Negli esemplari maturi è spesso evidente una gibbosità tra la nuca e l'area predorsale. Lunghezza del muso leggermente inferiore al diametro oculare. Bocca in posizione terminale. Denti faringei biseriati. Linea laterale fortemente incurvata verso il basso, bordata da una doppia linea di pigmento scuro. Il colore di base della livrea è argenteo, con dorso bruno olivastro o bruno scuro. Durante il periodo riproduttivo la base delle pinne pari acquista una tinta arancione intenso e sui fianchi appare una banda laterale violetta estesa dall'opercolo alla coda.
Dimorfismo sessuale - Non evidente. Le femmine sono sempre più grandi e pesanti dei maschi di pari età. Nel periodo riproduttivo compaiono tubercoli nuziali sulla testa e sui raggi delle pinne pettorali, più marcati nel maschio. 
Habitat e abitudini - La specie è diffusa esclusivamente nel Lago di ocrida e nei suoi immissari. Il Lago di Ocrida uno dei maggiori laghi della penisola balcanica ed è considerato uno dei più antichi della Terra. Il lago è situato ad un'altitudine di 695 m s.l.m., ha una superficie di 349 km² e la massima profondità raggiunge i 289 m. La natura carsica della zona determina la presenza di numerose sorgenti sotterrane sul fondale del lago, importanti per l'apporto di acqua pura al bacino. A. ohridanus colonizza le acque ferme del lago e quelle correnti degli immissari. Nel bacino si trattiene lungo le sponde od in corrispondenza di secche poco profonde. Gli habitat preferiti variano in funzione della stagione, della disponibilità di cibo e dello stadio di sviluppo. Un ambiente ben strutturato, con substrato ricco di rifugi (legno morto, radici, blocchi di pietra, ecc.), la variabilità delle correnti e della profondità sono determinanti per tutti gli stadi dello sviluppo.
Le larve e i giovanissimi esemplari popolano tratti poco profondi, mentre gli esemplari maturi generalmente si spostano in acque più profonde. Specie gregaria forma branchi più o meno numerosi, costituiti da esemplari di taglia e classe d’età eterogenee. Durante i periodi più rigidi dell'inverno, i branchi raggiungono insenature calme e profonde dove si trattengono restando in stato latente o svolgendo scarsa attività.

Alimentazione - La dieta è costituita prevalentemente da larve d’insetti acquatici (ditteri, effimere, plecotteri e tricotteri) e piccoli crostacei. In misura minore vengono ingeriti anche alghe e detriti. D’estate gli apporti esogeni (organismi che cadono in acqua), costituiscono una parte importante dell’alimentazione degli adulti.
Riproduzione - Il periodo riproduttivo va da maggio a giugno. La specie presenta frega policiclica, con maturazione delle gonadi in più riprese durante la stagione. Dopo il primo episodio riproduttivo, che si verifica a temperature dell'acqua comprese tra 14 a 24 °C, la deposizione può ripetersi tre o quattro volte, ad intervalli di circa 15 giorni. Specie litofila, depone le uova nella zona interstiziale di substrati ghiaiosi o direttamente su elementi del fondale, come pietre, foglie morte o frammenti lignei. I riproduttori ricercano acque pulite, correnti e ben ossigenate. Spesso la frega si svolge in corrispondenza o lungo il corso degli immissari, ma è probabile che vengano utilizzate anche aree in prossimità delle risorgive carsiche presenti nel lago.
Gli esemplari in frega si trattengono per diversi giorni sui luoghi di deposizione, durante questo periodo si osservano spesso interazioni aggressive tra maschi. Durante la copula, i riproduttori si strusciano sul substrato vibrando fortemente mentre emettono uova e sperma. Le uova, rotonde e di colore bianco giallastro, hanno un diametro medio variabile da 1.8 - 2.1 mm. La superficie delle uova presenta filamenti adesivi dotati di estremità clavata distribuiti in modo regolare. Dopo la fecondazione le uova aderiscono al substrato fino alla schiusa. Lo sviluppo embrionale richiede un’incubazione di 110 - 120 gradi/giorno.

Accrescimento e resilienza - Tempo minimo di raddoppiamento della popolazione, medio: 1.4 - 4.4 anni. In entrambi i sessi la maturità viene raggiunta al secondo anno di età. Alla schiusa le larve sono fotofobe, trascorrono il periodo di riassorbimento del sacco vitellino tra le anfrattuosità del substrato. Dopo circa una settimana la larva si sposta verso la superficie, riempie la vescica natatoria e completa lo sviluppo con la differenziazione delle pinne e degli altri organi. La crescita è leggermente più rapida tra la fine del primo anno ed il raggiungimento della maturità sessuale. Differenti fattori ambientali, temperatura, disponibilità di cibo, concorrenza alimentare ecc., possono determinare differenze di crescita significative. Specie di piccola taglia, raggiunge raramente i 10 cm SL.

Predatori, parassiti e malattie - La specie è soggetta a malattie di origine virale e batterica. Questi pesci sono parassitati da varie specie di funghi, da vermi trematodi e cestodi ed elminti. Molti esemplari risultato ospiti di monogenei dei genere Gyrodactylus, Dactylogyrus e Diplozoon. A. ohridanus viene predato da numerose specie di pesci, tra cui predominano quelle alloctone introdotte, uccelli ittiofagi e serpenti d'acqua.
Status della specie - La specie è presente soltanto nel Lago di Ocrida (Ohrid). Nel lago la specie sta entrando in declino a causa dell'introduzione di numerose specie ittiche alloctone. La presenza di pesci alloctoni colpisce A. ohridanus per predazione diretta (Salmonidi, Percidi) e per competizione alimentare (altri Ciprinidi). La specie è messa in pericolo dall'urbanizzazione e da alterazioni della qualità dell'acqua causate da inquinamento, urbano, industriale ed agricolo.
Protezione - Nessuna. Nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources) la specie è classificata come vulnerabile (VU D2, vulnerable).
Valore economico - Praticamente inesistente. Localmente viene catturato dai pescatori professionali mentre insidiano con le reti altre specie più pregiate ed è commercializzato assieme ad altri piccoli pesci. Le carni sono discrete anche se ricche di lische, è consumato fritto o conservato. Talvolta A. ohridanus viene usato come esca per pesci predatori.
Pesca - La pesca commerciale è irrilevante. La pesca sportiva di solito ha carattere amatoriale e viene praticata utilizzando le tecniche adatte per l'alborella comune.

domenica 5 novembre 2017

carpione del lago di Garda di Stefano Porcellotti



Il carpione del lago di Garda, Salmo carpio Linnaeus, 1758.
Caratteri meristici - Squame sulla linea laterale: 122 - 127. Vertebre: 57 - 62. Pinna dorsale raggi totali: 11 - 12. Pinna adiposa presente. Pinna anale raggi totali: 10 - 11. Pinne pettorali: I; 11 - 12. Pinne ventrali: II; 7 - 8. Pinna caudale: 22 - 24. Numero cromosomico: 2n = 80.
Descrizione - Il carpione del Garda è molto simile a S. trutta, ed alcuni ricercatori lo ritengono una varietà. Differisce dalla trota per le squame più grandi e per l'assenza di macchie sulla prima pinna dorsale. Corpo fusiforme, slanciato, a sezione ovale compressa in senso laterale. Testa relativamente piccola e tozza. Muso corto, lungo poco più del diametro oculare. Bocca ampia, in posizione mediana. Bordo posteriore del mascellare superiore esteso fino circa alla corrispondenza con quello posteriore dell'occhio. Denti piccoli, robusti ed acuminati, disposti su entrambe le mascelle, sui palatini, sulla lingua e sul vomere.
Squame cicloidi di medie dimensioni. Linea laterale in posizione mediana. Stomaco provvisto di 45 - 50 ciechi pilorici. Pinne ben sviluppate. Pinne ventrali con inserzione posteriore rispetto alla corrispondenza con l'origine della pinna dorsale. Pinna caudale omocerca, con bordo posteriore incavato. Livrea simile a quella della trota di lago. Dorso grigio metallico più o meno scuro, fianchi progressivamente più chiari, con riflessi argentei, parte inferiore bianco argentato. Sul dorso e sui fianchi sono osservabili piccole macchie nerastre, distribuite in modo irregolare. Altre macchie sono presenti sull’opercolo, sotto la linea laterale ed accanto alle pinne pettorali. Le pinne dorsali e caudale grigio scuro, ventrali e anale grigio chiaro. Pinne pettorali grigio brunastro scuro.Dimorfismo sessuale - Non evidente. Durante il periodo di frega, i maschi acquistano una marezzatura grigio scuro con riflessi bronzei, le pinne diventano molto scure.Habitat e abitudini - Il carpione vive soltanto nel Lago di Garda.
Tentativi di acclimatazione in altre acque hanno dato sempre esito negativo. Specie gregaria, vagante, di profondità. Vive principalmente nel basso e medio lago dove frequenta gli strati più profondi (100 - 200 m) della colonna d’acqua, spostandosi in acque di profondità inferiore solo per necessità riproduttive. Staziona molto raramente in superficie o resta nascosto in anfratti del substrato.



Alimentazione - Nella dieta la componente zooplanctonica sembra essere la più rilevante. I microrganismi sono catturati grazie all'azione filtrante effettuata dalle branchiospine. Da studi effettuati esaminando il contenuto degli stomaci (Melotto 1988, Melotto & Alessio, 1990), risulta una preferenza selettiva per il crostaceo planctonico Bythotrephes longimanus, che spesso costituisce la quasi la totalità della dieta. Durante i periodi invernale e primaverile, acquisiscono una certa importanza anche i crostacei bentonici dei generi Asellus e Echinogammarus. Occasionalmente i carpioni predano anche altri crostacei, chironomidi e avannotti e piccoli pesci. La specie entra in competizione alimentare, con impatto negativo, con i coregonidi introdotti e con l'alborella.Riproduzione - Generalmente si ritiene che il carpione del Garda presenti due periodi riproduttivi distinti, uno invernale a dicembre - gennaio ed uno estivo a luglio - agosto. Sudi più recenti sembrano indicare che esista un solo periodo di frega molto lungo, di cui i periodi precedentemente citati sarebbero due picchi di attività. Esistono due zone principali di frega, una situata nella parte settentrionale del lago per il periodo invernale, una sulla dorsale sommersa presente nel centro e nel basso lago per il periodo estivo



. Durante la frega invernale, i riproduttori si radunano per compiere una sorta di migrazione che li porta verso la zona nord del lago. La frega si svolge in acque limpide e ben ossigenate, su fondali rocciosi o ghiaiosi a profondità comprese tra 50 - 80 m, fino a 200 - 300 m. La femmina scava una depressione poco profonda nel substrato e vi depone le uova. Dopo la fecondazione da parte del maschio, la madre ricopre la covata con la ghiaia del nido. Non esistono cure parentali. Ogni femmina adulta depone circa 2000 uova per chilogrammo di peso. Le uova sono di colore giallastro arancio ed hanno un diametro compreso tra 4 e 7 mm. Il periodo di incubazione richiede un periodo ti tempo variabile, a seconda della temperatura dell'acqua, normalmente è di durata compresa tra i 35 ed i 70 giorni. Gli avannotti restano sepolti nella ghiaia fino al riassorbimento del sacco vitellino, quindi emergono e cominciano a cibarsi. I due diversi periodi di frega determina l'esistenza di due gruppi che maturano in tempi diversi, questa differenza no ha comunque determinato l'isolamento riproduttivo in due popolazioni, come spesso accade nei coregoni, infatti gli individui nati dalle freghe estive e quelli dei quelle invernali possono partecipare allo stesso ciclo.
Accrescimento - Tempo minimo di raddoppiamento della popolazione, basso: 4.5 - 14 anni. I maschi raggiungono la maturità sessuale dopo il secondo inverno, mentre le femmine in genere un anno dopo. L'accrescimento ha ritmi relativamente lenti. Sono presenti due coorti per anno, a causa della presenza di due periodi riproduttivi principali. Gli individui nati dalla frega invernale raggiungono circa 18 cm al termine del primo anno e superano i 30 cm al terzo.
Gli esemplari originati dalla frega estiva, al termine del primo anno misurano circa 13 - 14 cm (Melotto 1988, Merlo 1955, Melotto & Alessio, 1990). Negli esemplari di età compresa tra 3 e 5 anni, il peso varia da 300 a 700 gr. La relazione tra peso (W) e lunghezza totale (LT) è espressa da:




W = 2,92 x log LT - 1,89
Il carpione del Garda è un pesce di taglia media: di norma raggiunge la lunghezza massima di 35 - 40 cm e il peso di circa 500 g. Solo in casi eccezionali arriva fino a 50 cm e a 1 kg di peso. Età massima riportata: 5 anni.
Predatori, parassiti e malattie - La specie è soggetta a malattie virali e batteriche, come la peste enterica della bocca rossa (Yersinia ruckeri), l'aeromonosi, l'edwarsiellosi e l'epiteliocistite. Si conoscono diversi parassiti, come Myxobolus cerebralis, agente della malattia capostorno, Hysterothylacium sp., Camallanus sp.. I carpioni vengono predati principalmente da salmonidi, esocidi, percidi ed altri pesci ittiofagi. Particolarmente dannosa è stata la colonizzazione del lago da parte del cormorano (Phalacrocorax carbo). Durante la frega, le uova sono predate da bottatrici e ghiozzi.
Status della specie - Si tratta di una specie endemica, rara ed ad alto rischio d'estinzione. Dai dati sulle catture effettuate nel Lago di Garda risulta un calo dell'80 % degli esemplari di S. carpio, verificatosi negli ultimi 10 anni. Il decremento numerico della specie è stato determinato principalmente dall'eccessiva pressione di pesca, esercitata anche in periodo di frega e a danno di esemplari immaturi.
Anche l'inquinamento ha un peso importante sulla rarefazione del coregone, causando la modificazione delle acque del lago dalla condizione oligotrofica a quella mesotrofica. La mesotrofia determina l'aumento dell'alborella che, assieme ai coregoni introdotti, compete a livello alimentare con questi salmonidi, riducendo le risorse a disposizione per la popolazione di coregoni, mettendo a rischio la sopravvivenza della specie.Protezione - La specie non figura tra quelle protette dalla Direttiva 92/43/CEE e dalla Convenzione di Berna, anche se è inclusa nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources), come specie in pericolo critico (CR A2bde, Critically Endangered). Sono necessarie misure urgenti dirette a contenere e ridurre l'inquinamento del Lago di Garda, e l'applicazione di leggi più restrittive per la pesca professionale, giungendo anche ad imporre il divieto assoluto se la situazione dovesse richiederlo.
In assenza di provvedimenti il carpione del Garda potrebbe estinguersi in breve tempi, e l'Italia perderebbe una specie rara endemica del proprio territorio.
Valore economico - Specie di primario interesse commerciale, sta perdendo peso sui mercati ittici locali a causa della sua rarefazione. Il pescato di carpione era molto abbondante in passato (negli anni ’60 ne veniva pescata una media annua variabile da 16 a 40 tonnellate), ma attualmente il pescato medio resta al di sotto di una tonnellata. Fino dall’antichità il carpione del Garda è stato molto apprezzato in gastronomia. Le carni, ottime e più pregiate di quelle della trota di lago, sono vendute fresche nei mercati rivieraschi, o proposte nei ristoranti locali come specialità tipica




salmone del Danubio, Hucho hucho




Il salmone del Danubio, Hucho hucho (Linnaeus, 1758).
Nomi comuni esteri - Francese - Huchon, Huchon du Danube, Saumon du Danube. Spagnolo - Salmón del Danubio. Portoghese - Salmâo do Danúbio. Inglese- Danube salmon, Huchen, Hunchen. Tedesco - Huchen. Danimarca - Donaulaks. Norvegia - Donaulaks. Svezia - Donaulax. Finlandia - Tonavanjokilohi, Tonavanjokinieriä. Polonia - Glowacica, Glowacica dunajska. Russia - Halawatch, Dunaiskiy taimen', Dunaiskii losos. Ungheria - Dunai galóca. Repobblica Slovacca - Hlavatka. Repubblica Ceca - Hlavatka podunajska. Romania - Lostrita, Puica. Serbia - Mladica. Slovenia - Sulec. Turchia - Alabalik türü.


Note sulla sistematica - Hensen & Holcík (1983) considerano la specie Hucho hucho polifiletica divisa in due sottospecie: H. h. hucho, del bacino danubiano, e H. h. taimen (Pallas, 1773), diffuso in Russia dal bacino del fiume Jana fino a quello del fiume Amur. Holcík riconosce due taxon, distinti in base all'osteologia craniale: una linea monofiletica con H. taimen, H. perryi e H. ishikawai (due specie est asiatiche), ed una linea comprendente H. hucho e H. bleeckeri (specie diffusa nel fiume Yangtze). Considerando che ogni taxon è facilmente diagnosticabile, e che tutti occupano aree distinte e non contigue, riteniamo giusto mantenere Hucho hucho distinto da H. taimen.


Distribuzione originaria di Hucho hucho secondo IUCN - Specie endemica del bacino del Danubio, dove è presente con distribuzione molto frammentata. Per il grande interesse che provoca nei pescatori sportivi, è stata introdotta nei bacini del fiume Oder e del fiume Vistola (Polonia), nel lago di Costanza (Germania), nel fiume Tago (Spagna), nel fiume Rodano (Francia), e probabilmente in altri bacini dove la sua presenza viene garantita tramite periodiche semine di materiale proveniente da acquacolture.


Caratteri meristici - Squame in serie laterale: 180 - 200. Squame sopra la linea laterale: 18 - 20. Squame sotto la linea -laterale: 20 - 24. Branchiospine: 13 - 19. Vertebre: 66 - 72. Pinna dorsale: III - V; 8 - 14. Pinna adiposa presente. Pinna anale: III - V, 7 - 14. Pinne pettorali: I; 14 - 17. Pinne ventrali: II; 8 - 10. Numero cromosomico: 2n = 82.


Descrizione - Corpo slanciato, a sezione trasversale ovale, moderatamente compresso in senso laterale. Testa allunga, lievemente appiattita superiormente, di lunghezza pari al 22 - 24% SL. Bocca ampia, il bordo posteriore del mascellare oltrepassa l'orlo posteriore dell'orbita. Vomere breve, con la testa provvista di 4 - 8 denti robusti ed uncinati, disposti su di un'unica fila. I denti vomerini, assieme ai palatini, formano una serie continua disposta a ferro di cavallo. Peduncolo caudale relativamente sottile. Pinna caudale con bordo posteriore leggermente incavato. Livrea variabile da bruno a grigio verde con riflessi violacei sul dorso, progressivamente più chiara sui fianchi, procedendo verso il ventre di colore biancastro con riflessi argentati. I fianchi presentano riflessi argentei e rossastri, il colore rossastro è particolarmente marcato negli esemplari senili. Sugli opercoli, sui fianchi e in parte del dorso si osservano numerose piccole macchie nere. Costante assenza di maculatura rossa e di bordi bianchi sulle pinne. Rare macchiette nere sono osservabili alla base delle pinne dorsale e caudale. Gli avannotti e gli immaturi sono provvisti di macchie "parr".



Dimorfismo sessuale - Non particolarmente evidente. Durante il periodo di frega i maschi maturi sviluppano mascelle a forma di uncino e pelle più spessa.
Habitat e abitudini - Specie tipica dei tratti montani e pedemontani di grandi fiumi a corrente rapida, con acque fredde (raramente superiori a 15 °C), ben ossigenate, e substrato provvisto di ampi letti di ghiaia. Si trattiene abitualmente in pozze di acqua profonda ombreggiate da abbondante vegetazione riparia, spesso sosta in prossimità di manufatti artificiali come chiuse e ponti. Non vive in acque ferme, nei laghi H. hucho è molto raro, e si incontra solo in prossimità degli immissari. Di indole solitaria e territoriale, compie solo brevi migrazioni durante il periodo della frega, quando risale i fiumi per riprodursi negli affluenti. Il temperamento territoriale è particolarmente evidente nei maschi senili, che si stabiliscono in tratti fluviali da cui allontanano ogni possibile rivale. I rifugi di questi "solitari", sono solitamente rappresentati da buche profonde, ai lati della corrente principale, sotto grandi massi o radici sommerse. Specie molto sensibile ad alterazioni ambientali ed all'inquinamento, scomparsa da molti luoghi dove era storicamente presente.



Alimentazione - Gli adulti si cibano principalmente di pesci, come temoli, barbi, carpe, gobioni, nasi, sanguinerole, scazzoni, ecc., talvolta catturano anche piccoli vertebrati come anfibi, roditori e piccoli di uccelli acquatici. Le larve e gli avannotti si cibano di plancton e microinvertebrati, gli immaturi predano varie specie di invertebrati bentonici, acquistando abitudini ittiofaghe tra uno e tre anni di età.



Riproduzione - Il periodo di frega coincide con lo scioglimento dei ghiacci, con temperatura dell'acqua compresa tra 6 e 10 °C. Generalmente si svolge in marzo - aprile, ma può posticipare fino a maggio. I riproduttori risalgono gli immissari dei fiumi principali alla ricerca di acque basse, correnti e molto ossigenate, con substrato costituito da ghiaie pulite. I maschi arrivano per primi nelle aree di frega. Dopo la conquista di una femmina la difendono da eventuali pretendenti. Entrambi i riproduttori partecipano alla costruzione del nido, scavando una cavità semicircolare, profonda circa 10 - 20 cm, dal diametro di 1.2 - 3.0 m, e lottando contro le altre coppie per mantenerne il possesso.

Dopo la fecondazione la covata viene coperta con la ghiaia del substrato. Dopo l'accoppiamento entrambi i genitori difendono il nido per circa due settimane. I riproduttori si accoppiano ogni anno a partire dal raggiungimento della maturità. Per ogni stagione la femmina produce circa 1.000 uova per ogni chilogrammo di peso. Le uova sono giallo arancio ed hanno diametro di circa 5 mm. Con temperature dell'acqua comprese tra 8 e 10 °C, lo sviluppo embrionale richiede circa 25 - 40 giorni. Le larve giacciono negli interstizi tra la ghiaia fino al riassorbimento del sacco vitellino (da 8 a 14 giorni).


Accrescimento e resilienza - Tempo minimo di raddoppiamento della popolazione, basso: 4.5 - 14 anni (tm = 5; tmax = 15). La maturità sessuale viene raggiunta dai maschi a 3 - 4 anni, quando gli esemplari pesano circa 1kg, mentre le femmine maturano a 4 - 5 anni, quando raggiungono i 2 - 3 kg di peso. La specie ha crescita rapida. Alla fine del primo anno anno, gli immaturi misurano circa 15 cm e si cibano attivamente di avannotti e piccoli pesci. All'età di 5 anni, i salmoni del Danubio misurano circa 70 cm di lunghezza e pesano circa 2 - 3 kg. La taglia massima osservata è di 150 cm TL, con un peso di 52.0 kg. Età massima riportata: 15 anni.



Predatori, parassiti e malattie - La specie è soggetta a malattie batteriche, come la peste enterica della bocca rossa (Yersinia ruckeri) e virali, ed è ospite di vari parassiti. Si conoscono diversi elminti parassiti, come Diphyllobothrium ed Echinorhynchus. Gli immaturi e gli adulti più piccoli sono predati principalmente dal siluro d'Europa, esocidi, lucioperca e persici. Questi pesci rientrano anche nella dieta di uccelli ittiofagi come cormorani, aironi, aquile e falchi pescatori.


Status della specie - L'area di distribuzione originaria di H. hucho è fortemente frammentata, limitata al solo bacino del fiume Danubio. La sopravvivenza della maggioranza delle popolazioni dipende da regolari immissioni di materiale proveniente da acquacolture. La riproduzione naturale si verifica raramente, a causa di alterazioni ambientali e delle conseguenti fluttuazioni di portata dei corsi d'acqua.

La principale minaccia per la specie è attualmente costituita dalla regolazione del rilascio idrico, effettuata dalle numerose centrali idroelettriche presenti nel bacino del Danubio. Le centrali contribuiscono anche alla frammentazione dell'areale, interrompendo la continuità fluviale e le risalite verso le aree di frega. La rarefazione di H. hucho è legata anche alla costante diminuzione delle sue abituali prede (C. nasus), a varie forme di inquinamento, ed eccessivo prelievo idrico durante i periodi di magra dei corsi d'acqua. Le popolazioni in grado di sostenersi in modo autonomo sono pochissime, tre sono state individuate in Austria (Pielach, Melk e Drau), per un'area totale di occupazione inferiore a 500 km² (basata sui terreni di frega).
Protezione - La specie è protetta da leggi comunitarie e nazionali che istituiscono misure minime e periodi di divieto di pesca. La lunghezza minima legale dovrebbe essere comunque aumentata fino a 70 cm circa (al posto degli attuali 50 - 55 cm). Vengono effettuati tentativi di reintegrare le popolazioni naturali mediante incubazione e l'allevamento, ma non si sono avuti risultati particolarmente apprezzabili.


Quasi tutti i tentativi di acclimatazione sperimentati in fiumi diversi da quelli di origine non hanno avuto successo, tranne forse per qualche fiume della Spagna. H. hucho è citata tra le specie in pericolo d'estinzione nel protocollo della convenzione di Berna sulla protezione della fauna selvatica (appendice III). Nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources) H. hucho è classificata specie in pericolo (EN B2ab(ii, iii), Endangered).

Valore economico - La specie ha grande interesse per la pesca sportiva, specialmente per i pescatori a mosca. Viene allevata in molte acquacolture per produzione di materiale da ripopolamento di elevato valore commerciale. Il valore come specie da pesca sportiva supera quello per uso alimentare, anche se le carni sono considerate ottime. La specie viene allevata con successo in alcune acquacolture cilene, in grado di esportare notevoli quantità di questo pesce, affumicato, refrigerato, congelato, o conservato in vari modi (
http://www.prochile.cl).


Pesca - Specie molto apprezzata per la pesca sportiva che viene praticata sia con esche naturali, sia con esche artificiali. Le catture vengono effettuate quasi esclusivamente durante l'inverno.




https://www.youtube.com/watch?v=Zbpc2SS3ASE




salmone atlantico, Salmo salar di Porcellotti Stefano




Il salmone atlantico, Salmo salar
Linnaeus, 1758.
Nomi comuni esteri - Francese - Saumon atlantique, Tacon atlantique, Saumon d'eau douce.
Inglese - Salmon, Atlantic salmon, Bay salmon, Black salmon, Landlocked salmon, Sea salmon, Silver salmon, Breeder, Sebago salmon, Caplin-scull salmon, Common Atlantic salmon, Salmon peel, Slink, Fiddler, Spring fish, Spring salmon, Grilse, Grilt, Ouananiche, Ouinanish, Outside salmon. Galles - Eog. Tedesco - Lachs, Las, Atlantischer Salmon, Echter Lachs, Salm, Salmling. Spagnolo - Salmón del Atlántico, Salmón, Salmó. Portoghese - Salmâo-do-atlântico, Salmao, Salmão. Grecia - Solomós, Solomos. Olanda - Zalm, Hengst, Ijle zalm, Jacobzalm. Danimarca - Nedfaldslaks, Laks, Atlanterhavslaks, Atlantisk laks. Svezia - Gullspångslax, Vraklax. Norvegia - Laks, Laks atlantisk. Islandese - Skællaks, Lax, Hoplax. Finnico - Lohi, Kutenut lohi. Gaelico - An bradán, Bradan. Polonia - Losos, Losos szlachetny albo atlantycki. Russia - Losos, Amerikanskiy atlanticheskiy losos', Semga. Serbia - Losos, Salmon. Repubblica Ceca - Losos atlantsky, Losos obecný. Repubblica Slovacca - Losos obycajný. Romania - Somon de Atlantic. Turchia - Alabalik atlantik. Giappone - Sake masu-rui. Lingua inuit - Kapisalirksoak, Kapisilik, Kavisilik, Kebleriksorsoak, Kumaliq, Saama, Saamakutaak, Sâma, Saamarug. Lingua Salish - Shmexwalsh, Shamet skelex, Schaanexw, Sináech, Sk'wel'eng's schaanexw, Spak'ws schaanexw, St'thkway', Slhop' schaanexw, K'wit'thet, K'wolexw.

Note sulla sistematica - Le popolazioni di S. salar nord americane ed europee, distinte per numero di cromosomi, pattern enzimatici, e per analisi del DNA (Guyomard, 1994:147; Taggart et al., 1995), di fatto costituiscono due distinte linee genetiche. Payne et al. (1971) hanno stabilito che non esistono scambi genetici tra i due gruppi e li trattano come sottospecie distinte. Data però la grande differenza genetica, sarebbe più giusto considerarle specie distinte secondo i criteri PSC. Anche se non si conoscono lavori che dimostrano la presenza di significative differenze genetiche tra salmoni anadromi e forme land-locked in Europa, lo status di alcune popolazioni meriterebbe di essere approfondito con nuovi studi. Esistono forme anadrome e lacustri che vivono in simpatria nei laghi russi Ladoga ed Onega (L. S. Berg, 1948: 233; O. K. Berg, 1985: 210). Gruppi di popolazioni viventi permanentemente in acqua dolce esistono (o esistevano) nel lago Vanern in Svezia, nel lago Bygglandsfjord e nei fiumi Namsen e Nidelva in Norvegia, nei laghi Saimaa e nel bacino del Pielinen in Finlandia (L. S. Berg, 1948: 233; O. K. Berg, 1985), popolazioni con origine indipendente che dovrebbero essere studiate separatamente da quelle dei laghi Ladoga ed Onega. La popolazione diffusa nel lago Saimaa presenta un diverso numero di cromosomi (Seppovaara, 1962: 30).
Distribuzione originaria di Salmo salar secondo Fishbase - L'area di distribuzione comprende, nell'emisfero nord, le zone temperate e artiche dell'Oceano Atlantico. In Atlantico orientale è distribuita nei bacini fluviali delle isole britanniche, della Scandinavia, del mar Baltico, fino al golfo di Biscaglia ed al Portogallo. Nell'Atlantico occidentale la specie è presente nei bacini fluviali costieri dal nord del Quebec in Canada fino al Connecticut in USA. Popolazioni che vivono permanentemente in acqua dolce sono presenti in Russia, Finlandia, Svezia, Norvegia, nord America. Introdotta, con acclimatazione, in sud America ed Australia.

Caratteri meristici - Squame sulla linea laterale: 109 - 131. Squame sopra la linea laterale: 22 - 26. Squame sotto la linea laterale: 18 - 23. Branchiospine: 17 - 24. Vertebre: 58 - 61. Pinna dorsale: III - IV; 9 - 15. Pinna adiposa presente. Pinna anale: III- IV; 7 - 11. Pinne pettorali: I; 11 - 16. Pinne ventrali: II; 8 - 10. Pinna caudale: 19. Numero cromosomico: 2n = 58 per le popolazioni anadrome europee. Nelle popolazioni dell'America settentrionale e nelle forme land-locked sono stati osservati: 2n = 52, 2n = 54, 2n = 56, 2n = 57, 2n = 60, 2n = 78.

Descrizione - Corpo fusiforme a sezione ovale, compresso lateralmente. Testa conica, con bocca ampia, in posizione terminale. Mascellare esteso indietro fino al margine posteriore dell'occhio o poco oltre. Denti robusti ed acuti. Denti vomerini poco sviluppati. Squame cicloidi, relativamente piccole. Linea laterale in posizione mediana. Stomaco dotato di ciechi pilorici. Pinna adiposa grande. Pinne ventrali con inserzione posteriore rispetto alla corrispondenza con l'origine della pinna dorsale. Pinna caudale con margine diritto o lievemente concavo. Durante il periodo di frega, nei maschi intervengono notevoli modificazioni morfologiche. Livrea blu acciaio scuro sul dorso, progressivamente sfumata sui fianchi argentei, fino al ventre bianco argentato. Le pinne sono scure, translucide, con sfumature grigio bluastre. Macchie scure sono presenti sul dorso e sui fianchi. Gli immaturi presentano da 8 a 10 macchie parr su ogni fianco.

Dimorfismo sessuale - Durante il periodo di frega, i maschi sviluppano muso prominente con mascelle ad uncino, il dorso ed i fianchi sono bruno scuro con riflessi bronzei, talvolta sul capo e sul corpo compaiono macchie e vermicolature rossastre bordate di bianco o giallo. Le femmine mantengono la linea normale, la colorazione diviene simile a quella di fondo dei maschi, ma con tonalità meno accesa.

Habitat e abitudini - Specie anadroma, vive in acqua dolce per i primi due o tre anni di vita, successivamente migra in mare, dove svolge la fase di accrescimento, prima di fare ritorno ai corsi d'acqua di nascita per riprodursi. Durante le prime fasi della vita, i salmoni vivono in fiumi di portata relativamente grande, con acqua fresca, ben ossigenata e non inquinata, e caratterizzati da fondali provvisti di estesi ghiareti. Gli immaturi che, dopo la perdita delle macchie "parr", migrano al mare sono chiamati "smolt". Gli smolt si trattengono in mare fino al raggiungimento della maturità, questa fase può durare da uno a quattro anni.
Le migrazioni marine del salmone atlantico sono ancora scarsamente conosciute. In nord Atlantico, dati raccolti tramite etichettatura degli esemplari, dimostrano che la zona preferita di accrescimento è rappresentata dalla piattaforma continentale ad occidente della Groenlandia. Gli stessi studi hanno confermato che, tranne alcuni esemplari, la maggioranza dei salmoni torna a riprodursi nei fiumi di nascita. In mare i salmoni si trattengono in acque fredde, con temperature comprese tra 4 e 12 °C. Gli esemplari di questa specie possono resistere all'esposizione a temperature comprese tra i -7 °C e d i 27.8 °C, ma solo per periodi di tempo limitati (Bigelow, 1963). Gli avannotti e gli immaturi sono gregari e formano branchi anche molto numerosi. La tendenza gregaria non viene meno al crescere dell'età, gli esemplari provenienti dallo stesso fiume migrano assieme in mare e si trasferiscono nelle stesse aree di accrescimento, dove vivono assieme per la maggior parte della loro vita in acqua salata.
I salmoni hanno sensi ben sviluppati, i più sviluppati dei quali sono l'odorato, l'udito ed il gusto, assieme al senso collegato alla linea laterale, in grado di percepire lo spostamento e le variazioni di pressione dell'acqua. Oltre a regolare le necessità vitali, i salmoni atlantici usano i sensi per fare ritorno al loro fiume natale. Attraverso l'imprinting, gli avannotti memorizzano dettagli relativi al luogo di nascita. che verranno utilizzati per ritrovare la precisa zona del fiume, quando fanno ritorno come adulti riproduttori. Sono state proposte molte ipotesi si come i salmoni riescano a ritrovare il corso d'acqua in cui hanno visto la luce. Alcuni ricercatori pensano che i pesci utilizzino il sole e le stelle come riferimento durante la migrazione, altri ritengono che le caratteristiche chimiche del corso d'acqua siano conservate nella memoria. La maggioranza degli ittiologi è del parere che la composizione chimica del fiume di origine agisca come imprinting durante la fase smolt precedente alla migrazione in mare (Maynor, 1996).

Alimentazione - Gli immaturi di salmone atlantico che vivono in acqua dolce si cibano principalmente di larve di insetti acquatici, come efemerotteri, plecotteri, tricotteri e chironomidi. Anche gli insetti terrestri costituiscono una componente importante della dieta, specialmente alla fine dell'estate ed in autunno. In mare i salmoni si cibano di una grande varietà di organismi. La principale componente della dieta e rappresentata da crostacei planctonici eufasidi e, in misura leggermente minore, da anfipodi e decapodi. Gli esemplari di taglia maggiore predano anche molluschi, cefalopodi, tunicati e pesci, tra cui predominano aringhe ed altri clupeidi, sgombri e le specie dell'ordine degli osmeriformi. Durante la migrazione riproduttiva i salmoni cessano di alimentarsi.

Riproduzione - La riproduzione del salmone atlantico si svolge da ottobre a tutto novembre, con picco di massima intensità alla fine di ottobre. Le aree di frega sono situate sui bassi fondali a monte delle pozze, in acqua corrente e ben ossigenata e su fondali di ghiaia. La femmina scava una depressione poco profonda, chiamata "redd", agitando la pinna caudale. Durante la preparazione del nido, il maschio difende la femmina dai concorrenti. Una volta completato il nido, il maschio si affianca alla femmina ed entrambi rilasciano i gameti. Dopo la fecondazione, la madre ricopre la covata con la ghiaia del substrato. L'intera operazione viene ripetuta più volte, durante un arco di circa una settimana. La riproduzione richiede un forte dispendio di energie, al suo completamento i salmoni risultano esausti.
Lo stress prodotto determina la morte di molti individui, ma molti riescono a sopravvivere per riprodursi una seconda volta, soltanto in rari casi alcuni salmoni compiono la migrazione tre o quattro volte. I salmoni che sono sopravvissuti alla frega sono chiamati "kelt". I kelt si trattengono alcune settimane in acque calme e profonde, fino al completo recupero delle forze. Successivamente la maggioranza degli esemplari fa ritorno al mare, soltanto una piccola parte sverna nei fiumi e si sposta in acque salate all'arrivo della primavera.

In ciascuna stagione riproduttiva, ogni femmina emette da 1.500 a 1.800 uova per ogni chilo di peso, di colore rossastro o giallo arancio e dal diametro di circa 6 mm. Non esistono cure parentali. Le uova si schiudono in primavera, ma le larve rimangono tra la ghiaia del nido fino al riassorbimento del sacco vitellino, per emergere come avannotti in maggio o giugno. Gli avannotti restano in acque basse, lungo le sponde ai lati della corrente principale, fino alla taglia di circa 65 mm. In questa fase sono denominati "parr", crescono lentamente fino a raggiungere i 12 - 15 cm di lunghezza, taglia alla quale sono pronti per migrare in mare come "smolt".
Accrescimento e resilienza - Tempo minimo di raddoppiamento della popolazione, medio: 1.4 - 4.4 anni (K = 0.29 - 0.76; tm = 3 - 5; tmax = 14; Fecondità = 8.000). I salmoni atlantici sono pesci di grandi dimensioni, la taglia massima pubblicata è di 150 cm TL per i maschi e 120 cm TL per le femmine. Il peso massimo pubblicato è di 46.8 kg.
Età massima riportata: 13 anni.

Predatori, parassiti e malattie - La specie è soggetta a malattie virali e batteriche, come la setticemia emorragica virale (VHS), la peste enterica della bocca rossa (Yersinia ruckeri), l'aeromonosi, l'edwarsiellosi e l'epiteliocistite. Si conoscono diversi parassiti, come Myxobolus cerebralis, agente della malattia capostorno e ill parassita esterno Gyrodactylus salaris. In acqua dolce, gli immaturi sono predati principalmente da altri salmonidi, da esocidi, lucioperca e persici. In mare i salmoni sono tra le prede più frequenti di orche, megattere e foche, ma vengono anche attaccati da lamprede e da grandi pesci predatori. Gli adulti in migrazione riproduttiva vengono catturati anche da orsi, lontre, lupi, aquile di mare e falchi pescatori. Durante la frega, le uova sono preda di larve di libellula, trote e di molti uccelli acquatici.
Status della specie - Il salmone atlantico è in forte calo numerico, anche se le popolazioni europee risultano meno minacciate di quelle nordamericane. Il decremento numerico e la perdita di interi stock selvatici, sta causando un aumento della preoccupazione per la conservazione della specie. Le cause principali sono da identificare nella distruzione dell'habitat, nell'aumento di dighe ed altre strutture ostruttive prive di scale di risalita, in grado di impedire le migrazioni riproduttive, nell'eccessiva pressione di pesca (inclusa la pesca industriale d'altura ed il bracconaggio), nell'inquinamento industriale urbano ed agricolo e soprattutto nella caduta di pioggia acida che modifica la qualità delle acque rendendole inadatte allo sviluppo delle uova.

Protezione - La specie è protetta con misure minime e periodi di divieto in Europa ed in Nord America. In America settentrionale è attiva l'associazione "Atlantic Salmon Federation" (
http://www.flyfishing.com/asf/), la più grande organizzazione per la conservazione del salmone atlantico e del suo habitat. Questo gruppo è riuscito ad ottenere ottimi risultati per la regolamentazione della pesca industriale del salmone e per la protezione dei fiumi dove la specie si riproduce. La specie è considerata in pericolo dal U.S. Fish and Wildlife Service. Salmo salar è incluso nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources), come specie a basso rischio (LR/lc).
Valore economico - Specie di primario interesse commerciale, il salmone atlantico è rinomato tra pescatori sportivi ed è un cibo estremamente apprezzato. La forte domanda di mercato alimenta una fiorente industria, centri di allevamento e di lavorazione sono stati realizzati ovunque le condizioni ambientali consentano la salmonicoltura. In America settentrionale, la resa commerciale del salmone dell'Oceano Atlantico si valuta nell'ordine di milioni di dollari, e se ne calcola un veloce raddoppio nell'arco di pochi anni. La carne, dal classico colore aranciato dovuto all'alimentazione a base di crostacei, viene venduta fresca, congelata o in scatola, anche se primariamente viene impiegata per la produzione di salmone affumicato. Dalle uova si ottiene il cosiddetto "caviale rosso".

Pesca - La pesca commerciale è praticata in nord Atlantico. Viene esercitata da pescherecci con reti a circuizione od a strascico e con reti fisse da posta. Specie particolarmente apprezzata dai pescatori sportivi, che ne praticano la cattura sia con esche naturali, sia con esche artificiali. In mare la pesca sportiva viene esercitata principalmente dalla barca, con lenze da traina multiple chiamate "troll fishery". In acqua dolce sono particolarmente impiegate le discipline a "spinning" ed a mosca. La pesca del salmone attira attualmente centinaia di turisti in Scozia, Irlanda e Norvegia.

Salmone di Mongolia o Taimen

Salmone di Mongolia o Taimen (Porcellotti Stefano)


Il taimen o salmone di Mongolia, Hucho taimen (Pallas, 1773).
Nomi comuni esteri - Inglese - Taimen. Danimarca - Taimenlaks. Svezia - Taimen. Finlandia - Siperianjokilohi, Jokinieriä. Russo - Taimen, Taimen' obyknovennyi.
Distribuzione di Hucho taimen - Specie diffusa dai bacini dei fiumi Volga e Pechora River ad est fino al bacino del fiume Jana, nel nord, ed al bacino del fiume Amur a sud. Quest'area include parte del bacino del Mar Caspio, i bacini dei fiumi artici euroasiatici, e parte dei fiumi del versante pacifico in Mongolia e Russia. In Mongolia H. taimen è diffuso sia nel versante artico, sia in quello pacifico, nei bacini dei fiumi Jenissei, Selenga/Lena, ed Amur.



Caratteri meristici - Squame in serie laterale: 173 - 288. Squame sopra la linea laterale: 26 - 30. Branchiospine: 11 - 13.
Descrizione - Corpo allungato, a sezione trasversale ovale, leggermente compresso lateralmente. Testa grande, di lunghezza equivalente al 22 - 25% SL, moderatamente appiattita superiormente. Bocca ampia, con mascellare di lunghezza pari al 42 - 50% della lunghezza del capo. Il bordo posteriore del mascellare oltrepassa il margine posteriore dell'occhio. Denti vomerini e palatini disposti in serie continua a ferro di cavallo. Pinne piccole rispetto al corpo, pinna adiposa ben sviluppata. Pinna caudale con bordo leggermente incavato. La colorazione di fondo della livrea è verde oliva con riflessi brunastri, progressivamente più chiara sui fianchi procedendo verso il ventre chiaro. Testa cosparsa di macchioline nere rotondeggianti. Altre piccole macchie nere, a forma di X, oppure di mezzaluna, si trovano sui fianchi sopra e sotto la linea laterale. Pinne adiposa, caudale ed anale di colore carminio o rosso lampone. Avannotti ed immaturi presentano bande trasversali scure (macchie parr). All'epoca della frega, la livrea degli adulti diventa più scura e rossastra, con testa e pinna dorsale verde oliva scuro, e pinne anale e dorale rosso carminio acceso.
Dimorfismo sessuale - Non particolarmente evidente. Durante il periodo di frega i maschi maturi sviluppano mascelle a forma di uncino e la loro pelle diviene più spessa.



Habitat e abitudini - Specie diffusa in grandi fiumi montani e pedemontani, con acque fredde, ad alta concentrazione di ossigeno disciolto, e substrato provvisto di ampi letti di ghiaia. Si incontra anche in laghi e bacini artificiali ad acque fredde, nei tratti inferiori e negli estuari dei fiumi più settentrionali. Gli adulti sono solitari e territoriali, si stabiliscono solitamente in buche profonde, vicino a rapide o cascate, alla confluenza degli affluenti, accanto a piloni di ponti, o sotto grandi massi. Compiono solo limitate migrazioni a scopo alimentare o riproduttivo. Talvolta molti esemplari si spostano in particolari tratti di fiume per predare i coregoni quando risalgono per la frega.

Nel periodo invernale o durante le ore di massima insolazione, riduce l'attività e sosta in pozze di acqua profonda dove la corrente è meno veloce. I riproduttori risalgono i fiumi per raggiungere le aree di frega negli affluenti minori, spesso superando salti d'acqua di notevoli dimensioni. Gli avannotti si trattengono inizialmente nei luoghi di nascita, scendono a valle con l'aumento della taglia. Anche gli immaturi più grandi (2 - 4 anni) sono territoriali, vivono negli stessi corsi d'acqua degli adulti, ma si stabiliscono in tratti a corrente più sostenuta ed in pozze meno profonde.

Alimentazione - La dieta di H. taimen è composta prevalentemente da pesci, in particolare da coregoni, temoli (T. arcticus) e scazzoni (Paracottus kneri, Cottus kessleri). Gli esemplari più grandi catturano anche piccoli mammiferi, anfibi, rettili acquatici e pulcini di uccelli. Il ritmo di alimentazione è soggetto ad oscillazioni stagionali: la capacità trofica dei fiumi dove H. taimen è diffuso risulta bassa in estate e in inverno, mentre aumenta notevolmente in primavera e autunno, in contemporanea con le migrazioni riproduttive delle specie anadrome presenti nell'area. Le larve e gli avannotti si cibano di plancton e microinvertebrati, gli immaturi predano varie specie di invertebrati bentonici, acquistando abitudini ittiofaghe tra uno e tre anni di età.



Riproduzione - La frega si svolge in primavera, normalmente in maggio, con temperatura dell'acqua compresa tra 5 e 10 °C. I riproduttori risalgono gli immissari dei fiumi principali alla ricerca di acque basse, correnti e molto ossigenate, con substrato costituito da ghiaia e ciottoli. Le aree di frega sono spesso situate nei ghiareti al termine di profonde buche. I maschi competono tra loro per la conquista delle femmine.
Dopo la formazione delle coppie, la femmina scava una cavità semicircolare, profonda circa 10 - 20 cm, dal diametro di 1.0 - 1.5 metri. Mentre la femmina prepara il nido il maschio allontana le altre coppie o gli eventuali pretendenti. Nelle popolazioni più settentrionale probabilmente le femmine non si riproducono ogni anno. La capacità riproduttiva nelle femmine al massimo della fertilità è di circa 22.000 uova. Le uova sono di colore giallo arancio ed hanno diametro di circa 5 - 6 mm. Lo sviluppo embrionale richiede da 28 a 38 giorni. Le larve giacciono tra la ghiaia fino al riassorbimento del sacco vitellino (da 10 a 15 giorni).


Accrescimento e resilienza - Tempo minimo di raddoppiamento della popolazione. basso: 4.5 - 14 anni (tm = 5). Come il salmone del Danubio, anche quello siberiano ha crescita rapida. Si tratta di una delle specie di maggior taglia della famiglia dei Salmonidi. Massima lunghezza segnalata: 200 cm TL. Peso massimo pubblicato: 100.0 kg. Età massima riportata: 16 anni.
Predatori, parassiti e malattie - La specie è soggetta a malattie batteriche, come la peste enterica della bocca rossa (Yersinia ruckeri) e virali, ed è ospite di vari parassiti. Gli esemplari di questa specie sono spesso infestati da vermi cestodi e da altri organismi come crostacei (lernaea ecc). Gli immaturi e gli adulti più piccoli sono preda di varie specie di pesci, come esocidi, lucioperca e persici. Rientrano anche nella dieta di uccelli ittiofagi come cormorani, aironi, aquile e falchi pescatori. Gli adulti possono venir catturati da orsi ed altri mammiferi, in particolare nel periodo di frega.

Status della specie - Molte popolazioni europee di H. taimen sono considerate in pericolo critico di estinzione. La specie si è quasi del tutto estinta nel bacino del fiume Pechora.

Il sistematico prelievo a scopo industriale, l'inquinamento, e la forte pressione esercitata dalla pesca sportiva, hanno portato al declino ed all'estinzione della specie in vari bacini. Per contro, l'interesse economico generato dal recente sviluppo del turismo legato alla pesca sportiva, ha indotto le autorità a supportare la specie con immissioni di materiale proveniente da acquacolture. Per lo stesso motivo, la specie è stata introdotta (o si è tentata l'introduzione) in varie zone estranee all'area di diffusione originaria, in Europa ed in Russia.
Protezione - H. taimen è segnalata come specie a rischio nel libro rosso delle faune presenti nella Federazione Russa (1° Novembre 1997). Nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources) la specie è classificata a preoccupazione minima (LC, Least Concern).



Valore economico - La specie ha grande interesse per la pesca sportiva, specialmente per i pescatori a mosca. Anche dal punto di vista alimentare H. taimen ha un certo valore. Nel lago Baikal, nel sud della Siberia centrale, questa specie sostiene alcune attività commerciali. Nel resto della Siberia ha una buona importanza (fino a 600 q.li annui).
Pesca - Cattura con "sparviero" e con diversi metodi di pesca all'amo. Sebbene possa essere pescato anche con esche naturali (i Mongoli usano innescare pesci vivi o piccoli roditori da presentare a galla) il Taimen è comunque una specie eccezionale da pescare a mosca o a spinning. Per ulteriori informazioni: www.huchotrophy.it.



Alburno del lago di Prespa di Stefano ittiologo Porcellotti

L’alburno del lago di Prespa, Alburnoides prespensis (Karaman, 1924). Nomi comuni esteri - Inglese - Prespa spirlin. Note sulla sistema...